Prima di diventare l'oggetto di una scienza, la malattia è un' emozione.
(Luciano Solaris)

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Com'è difficile per i malati ottenere l'invalidità civile

Ritardi e percorsi tortuosi per ottenere il riconoscimento dell'invalidità civile, benefici previsti dalla legge ma a volte negati, visite di controllo per accertare patologie irreversibili che non possono migliorare e, nel frattempo, pensioni di invalidità e indennità di accompagnamento sospese.

Sono aumentate nel 2012 le segnalazioni di malati, già provati dalle loro condizioni, che si sentono vessati da una burocrazia che complica ancor più la vita. Quasi quattromila cittadini hanno raccontato - agli operatori del PIT Salute (Progetto integrato di Tutela) di Cittadinanzattiva e Tribunale per i diritti del malato - questi disagi, raccolti nel primo "Rapporto nazionale sull'invalidità civile e la burocrazia"

CAMPAGNA- Il Rapporto si colloca nell'ambito della Campagna nazionale d'informazione "Sono un V.I.P. - Very invalid People", cioè persona davvero invalida, avviata due anni fa dall'organizzazione civica insieme ad associazioni di pazienti. «Si tratta di segnalazioni di malati e non di statistiche, ma coincidono con i dati della Corte dei Conti che ogni anno svolge un'attività di controllo sulla gestione finanziaria del l'Inps, l'Istituto nazionale della previdenza sociale - sottolinea Tonino Aceti, responsabile del Coordinamento nazionale delle associazioni dei malati cronici di Cittadinanzattiva -. Eppure le nuove procedure introdotte a gennaio 2010 dovevano semplificare la vita ai cittadini, garantendo tempi più veloci e maggiore trasparenza». Ancora oggi i malati incontrano difficoltà nella presentazione della domanda per l’invalidità civile, che da gennaio 2010 va inoltrata per via telematica all'Inps, previa certificazione medica: le segnalazioni sono passate dal 30,1% del 2011 al 34,1% del 2012.

LUNGA ATTESA- «La procedura telematica avrebbe dovuto snellire l'iter, ma non è stato così secondo i cittadini che ci hanno contattato - riferisce Valeria Fava, consulente del Pit Salute -. Quasi tutti hanno dovuto rivolgersi a un patronato per farsi aiutare». Secondo il rapporto, inoltre, aumentano i tempi di attesa: in media 8 mesi (rispetto ai sei del 2011) solo per essere convocati alla prima visita, mentre secondo le norme dovrebbe avvenire per i pazienti oncologici entro 15 giorni dalla presentazione della domanda, per gli altri malati entro 3 mesi (la circolare Inps n. 131 del 2009 prevede addirittura entro 30 giorni). Dopo la visita, la ricezione del verbale avviene in media dopo 11 mesi e l'erogazione dei benefici dopo un anno. «Tempi inaccettabili, se si pensa che il verbale permette a un malato cronico, in assenza di un'esenzione già riconosciuta, di non pagare ticket sanitari sempre più elevati, oppure di usufruire di permessi lavorativi per curarsi» sottolinea Fava. A risentire maggiormente dei disagi sono i pazienti più fragili: il 39% di chi si è rivolto a Cittadinanzattiva ha una malattia oncologica (segnalazioni in aumento di circa il 10% rispetto al 2011), sebbene il legislatore abbia previsto per loro un percorso semplificato e maggiori garanzie; seguono coloro che soffrono di una malattia cronica e neurologica degenerativa, che hanno patologie legate all'età (Alzheimer), i malati rari, chi ha problemi di salute mentale.

MALATTIE RARE- In particolare, le persone che soffrono di malattie rare segnalano l'assenza di medici specialisti nella loro patologia in sede di valutazione medico legale; inoltre, il mancato aggiornamento delle tabelle di invalidità causa spesso l'impossibilità di assegnare una percentuale di invalidità adeguata, per cui sono esclusi da benefici sociali, economici e fiscali. Un malato su quattro, secondo il rapporto, ritiene l'esito dell'accertamento sanitario non adeguato rispetto al proprio stato di salute. «Per esempio - riferisce Fava -, quando l'indennità di accompagnamento non è stata concessa, anche se il medico l'aveva richiesta». Infine, pur essendo diminuite le segnalazioni che riguardano la rivedibilità (6,4% nel 2012, 13,3% nel 2011), aumentano quelle di persone chiamate a visita pur essendo esonerati (legge n. 80/2006) perché soffrono di una malattia irreversibile che non può migliorare (42,5% nel 2011; 58,8% del 2012). E nel frattempo vengono sospesi assegno di invalidità e indennità di accompagnamento.